автордың кітабын онлайн тегін оқу Le avventure del Principe Amir — 3. Militaria
Roberto Borzellino
Le avventure del Principe Amir — 3
Militaria
Шрифты предоставлены компанией «ПараТайп»
Переводчик Игорь Бобович
Иллюстратор Алессандра Комякова
© Roberto Borzellino, 2022
© Игорь Бобович, перевод, 2022
© Алессандра Комякова, иллюстрации, 2022
С новым увлекательным учебным пособием Вы сможете разнообразить свои знания итальянского языка, углубить и расширить их. Каждая глава дополнена текстовыми упражнениями, с помощью которых Вы можете проверить свое понимание прочитанного и просто записать решения в книгу. Правильные ответы на упражнения можно найти в разделе «Решения» в конце книги. В каждой главе есть словарь с переводом сложных слов. Эти слова выделены курсивом в тексте.
ISBN 978-5-0055-9518-8 (т. 3)
ISBN 978-5-0055-9326-9
Создано в интеллектуальной издательской системе Ridero
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SINOSSI
Sull’isola di Cora sembra ormai giunta l’ora della resa dei conti. Tra coloro che ambiscono alla successione al trono del vecchio sultano Modaffer III, emerge la figura del ministro della giustizia, il perfido Abdul-Gafoor. In segreto, con l’aiuto del suo fidato sicario, soprannominato «L’angelo della morte», ha ordito un astuto piano per avvelenare il sultano, sposarne la giovane e bellissima figlia Zeina ed imprigionare Akhmed, il legittimo erede al trono. Con una falsa accusa di omicidio lo rinchiuderà nella famosa fortezza di Militaria, una piccola isola rocciosa sperduta in mezzo all’oceano, dalla quale nessuno è mai fuggito. L’aiuto inaspettato della principessa Alexa lo salverà da morte certa e, insieme ai suoi fidati amici: Marco «l’orbo» e Igor «il musicista», Akhmed troverà rifugio presso la sacerdotessa Gudrun, sull’isola della Torre Bianca, dove attenderà, con ansia, il giorno della sua vendetta.
На острове Кора, похоже, настало время расплаты. Среди тех, кто стремится к престолонаследию старого султана Модаффера III, появляется фигура министра юстиции, коварный Абдул-Гафур. Тайно, с помощью своего верного киллера, прозванного «ангелом смерти», он разработал хитрый план отравить султана, жениться на его молодой и красивой дочери Зейна и посадить в тюрьму Ахмеда, законного наследника престола. По ложному обвинению в убийстве он запирает Ахмеда в знаменитой крепости Милитари, расположенной на небольшом скалистом острове, затерянном посреди океана, с которого никто никогда не смог сбежать. Неожиданную помощь оказывает принцесса Алекса, которая спасет его от верной смерти. Вместе со своими доверенными друзьями: Марко «Одноглазым» и Игорем «Музыкантом» Ахмед находит прибежище у жрицы Гудрун, на острове Белая Башня, где он с нетерпением будет ждать прихода дня отмщения.
RINGRAZIAMENTI
Per quanto riguarda i ringraziamenti ho il piacere di menzionare Igor Bobovich , per la sua paziente e competente opera di traduzione dei termini del glossario dall'italiano al russo, e la bravissima Alexandra Khomyakova , per l'originale illustrazione dei romanzo di questo Grazie di cuore.
Capitolo primo
L'ISOLA DEL GIGLIO BLU DEL NILO
Un palazzo reale nessuno dei servitori si era accorto dell'assenza di Akhmed. Molti erano terrorizzati al solo pensiero di dover bussare alla sua porta e sentire le urla del principe, sempre scontento del loro servizio. Ormai quasi tutti avevano subito i suoi tremendi scherzi o, nel migliore dei casi, erano stati apostrofati con epiteti irripetibili. Era abbastanza prevedibile che nessuno si preoccupa della sua sorte; anzi, se fosse morto o scomparso definitivamente, in molti ne avrebbe gioito perché era il più tra i nobili e la servitù.
Ormai erano già passate le undici di sera ei tre amici si dirigevano, con passo veloce, verso il porto di Cora. Il principe era convito che sarebbe riuscito a procurarsi, con le buone o con le cattive, una barca veloce ma anche robusta tale da sopportare anche le correnti più pericolose. Con il suo occhio da esperto marinaio si diresse verso un piccolo veliero ad un albero dal nome profetico " Giglio magico ". Ne ispezionò il ponte e, controllato che non vi fosse nessun altro a bordo, invitò i suoi due amici, Marco e Igor, a fare in fretta ea nascondersi all'interno dell'imbarcazione. Quindi sciolse gli ormeggi e issò la vela... L'inizio era stato fortunato tanto che una forte brezza li aveva spinti velocemente al largo.
Su di un piccolo pezzo di un vecchio giornale Akhmed aveva scritto le coordinate geografiche che “Zio Carlo” gli aveva suggerito per raggiungere l'Isola del Giglio Blu del Nilo. La luna piena illuminava il loro percorso e, mentre il principe si preoccupava piedi di la giusta rotta, Igor e Marco, in a prua , si godevano quell'imprevisto e bellissimo spettacolo notturno. Il cielo era terso e con le teste rivolte all'insù i due inseparabili amici commentavano divertiti ogni qualvolta notavano la scia luminosa di una stella cadente.
«Voi due stupidi… idioti», li apostrofò con tono saccente Akhmed, «sembrate due innamorati in luna di miele. Ma vi ricordo che questa… probabilmente… sarà la nostra ultima avventura… un’avventura forse senza ritorno. Quindi… vi ordino… di guardare davanti a voi e di avvertirmi in caso di avvistamento dell’isola.»
Sui visi di Igor e Marco calò improvvisamente il gelo più intenso. Il loro ingenuo sorriso rimase soffocato sotto il peso delle pesanti parole pronunciate dal principe. Solo adesso, finalmente, cominciavano a rendersi conto che non si trattava di una semplice gita in barca ma si erano infilati in qualcosa di molto pericoloso. Con la loro partecipazione entusiasta avevano voluto dimostrare ad Akhmed che erano amici fedeli e coraggiosi. Ma il loro atteggiamento spavaldo, poco per volta, si stava trasformando in qualcosa che assomigliava più alla paura, al terrore.
Cosa avrebbero dovuto affrontare una volta giunti sulla spiaggia?
Era questa l’unica domanda che adesso li tormentava. Come difesa personale Igor aveva portato con sé il suo fidato coltello che, fin da piccolo, aveva imparato a maneggiare con destrezza grazie agli insegnamenti del padre. Marco, invece, non aveva portato nulla con sé perché, in simili circostanze, si era sempre affidato alla benda da pirata che portava sull’occhio. Questo suo aspetto minaccioso gli procurava un duplice vantaggio: da un lato terrorizzava i ragazzini più piccoli e dall’altro incuteva un certo timore e rispetto nei suoi compagni di scuola più grandi, che si guardavano bene dal provocarlo o sfidarlo. All’improvviso la barca cominciò ad incontrare una forte resistenza. Dalle profondità del mare risalivano, impetuose, delle fortissime correnti che facevano ondeggiare e sussultare l’imbarcazione.
«Ecco… ci siamo!!», esclamò il principe mentre stringeva con tutte le forze il timone per evitare di perdere la rotta.
«Aggrappatevi a qualcosa di solido altrimenti correte il rischio di finire in acqua. Sapete benissimo che non mi fermerò neppure un minuto per raccogliervi in mare», sentenziò Akhmed. Ma le forti correnti, così come all’improvviso erano arrivate, altrettanto rapidamente scomparvero senza lasciare traccia. Come se una forza, misteriosa e inquietante, era intervenuta a proteggere l’imbarcazione da qualsiasi pericolo.
«Terra… terra», urlò a squarciagola Igor, come se fosse stato morso da una tarantola. Un’eccitazione improvvisa s’impossesso di tutto quell’eterogeneo equipaggio fin quando la prua del piccolo veliero toccò il bagnasciuga della spiaggia. Dopo aver sistemato gli ormeggi, il gruppetto dei tre amici si diressero verso l’interno dell’isola e, nonostante stesse per sopraggiungere l’alba, l’oscurità era ancora l’assoluta padrona. Dalla cambusa della barca Marco prelevò alcune lampade ad olio che sarebbero servite ad illuminare il loro cammino. Una volta a terra i tre si resero subito conto che avrebbero dovuto superare un secondo problema.
Un enorme strapiombo si stagliava davanti a loro. È quella era l’unica strada che dalla spiaggia li avrebbe condotti all’interno dell’isola.
Ma qual era il modo migliore per superare quell’ostacolo?
La discussione tra i tre stava per trasformarsi quasi in rissa finché Igor si ricordò di un curioso particolare. Quand’era salito sulla barca e si era nascosto, aveva visto delle corde legate ad un piccolo rampino. Quindi si precipitò sul ponte dell’imbarcazione e si diresse verso la poppa. «Eureka!!», esclamò entusiasta, «ecco la soluzione a tutti i nostri problemi».
I tre si arrampicarono con difficoltà, anche a causa dei numerosi cespugli taglienti che, con attenzione, cercarono di evitare per non ferirsi. Giunti sulla cima un desolante spettacolo lì sorprese. Il posto era completamente deserto. Nessun albero né alcun fiore era visibile. Di tanto in tanto si avvertiva la presenza di qualche strano animale che, dopo aver lanciato un sibilo acuto, correva a nascondersi dietro un masso. Igor, prontamente, tirò fuori il suo enorme coltello mentre Marco rimase fermo, come impietrito dalla paura. In fondo per proteggersi aveva solo la sua benda da pirata e null’altro. Il principe, come al solito, non si perse d’animo e si addentrò verso l’interno dell’isola mentre i suoi due impauriti amici restavano fermi sulle loro posizioni. Akhmed si girò verso di loro e, dopo averli inceneriti con il suo tipico sguardo corrucciato, li apostrofò malamente.
«Voi due idioti… codardi… cosa siete venuti a fare se non avete nemmeno il coraggio di affrontare quattro lupi spelacchiati».
«Ma Akhmed», lo riprese Marco, «a me non sembrano affatto quattro lupi… io non ho mai visto in vita mia animali simili».
«Si… anch’io», si affrettò a sostenerlo Igor.
«O siete con me al 100% oppure tornate a nascondervi sulla barca!! Posso fare tutto da solo… non ho bisogno di codardi».
I due amici, colpiti nell’orgoglio, dopo un breve sguardo d’intesa, si affrettarono a raggiungere il principe. I tre proseguirono a piedi per quasi un chilometro senza essere ulteriormente disturbati da anima viva. Intanto, l’alba aveva preso il sopravvento sull’oscurità e di quegli strani animali si era persa ogni traccia.
«Lì… lassù… su quella piccola altura… un giglio blu… lo vedete anche voi… vero?», gridò Igor con tutt
